E niente, sei lì che leggi un interessantissimo articolo che ha come tema l’uovo nella storia dell’arte e ti stai godendo la macchina del tempo da Piero Della Francesca a Fontana e Brancusi quando, improvvisamente e non senza stupore… ti ci ritrovi in mezzo! Grazie mille a Lara Cossalter di ABOUTART per questo omaggio, anche Ovosapiens in tutto il suo ermetismo, ringrazia.
Qui il link all’articolo originale, di seguito ve lo riporto allegato al post. E, inutile dirlo, se vi è piaciuto, iscrivetevi alla rivista di Lara Cossalter, consiglio caldamente!
“ABOUTART | ABOUT EGG
🥚Uovo con sorpresa🥚
Domani i più piccolini ( ma non solo loro) scartano fantastiche uova di cioccolato, ma si sa, non è il guscio che interessa, bensì quello che c’è dentro. Perché l’uovo è innanzi tutto un contenente di sorprese, ma anche di simboli.
L’uovo è un simbolo millenario, investito di valenze performative nelle sue diverse declinazioni.
La storia dell’arte sceglie questa forma perfetta ( benché sia fatta con il culo, direbbe #Munari) dalle icone bizantine, quando veniva usato come legante per i pigmenti, al Rinascimento, fino ad oggi, per rappresentare significati semplici e complessi, dalla pittura al design, all’architettura.
Lo si rappresenta da così tanto tempo che vien da chiedersi se sia nato prima l’uovo o la pittura!!! Qual dilemma (sterile e retorico) !!!
Insomma, retoriche a parte, l’uovo è materia prima e forma.
Forma essenziale, resiliente e perfetta della Natura.
Oltre la sua configurazione sappiamo esserci potenze cosmiche, come la vita che nasce ( e rinasce), la fertilità, l’evoluzione; l’uovo potrebbe essere perfino nucleo della terra.
Tra la sua forma e la sua sostanza (anche alimentare) viene rappresentato e adottato nelle opere dei più grandi artisti della Storia dell’arte: da #PierodellaFrancesca, come ordine matematico, perfezione divina al di sopra della ragione, alla diversissima performance di Piero #Manzoni, in cui l’uovo da divorare rimanda a un concetto di arte commestibile.
Ma c’e anche la sofisticata opera di Constantin #Brancusi: “Begginning of the world”( 1915), in cui una forma primaria, liscia, elegantissima e lucente si riflette sulla lastra che la sostiene rievocando il concetto di riproduzione, prolificazione della forma e più profondamente della sua potente valenza simbolica.
Anche Jeff #Koons nelle sue uova schiuse dalle superfici specchianti, fa dell’uovo una matrice di rimandi: di luci, di pieni e di vuoti, di immagini rimbalzanti tra l’esterno e l’interno.
È un attimo essere ossessionati dalla perfezione e così è stato per Salvador #Dalì che accentuandone le simbologie psicanalitiche e sessuali, lo rappresenta al singolare maschile e al plurale femminile, per unirli poi in un inno erotico e vitale.
Dalle valenze terrene e del tutto umane di Dalì, sembra che il passo verso “La fine di Dio” di Lucio #Fontana sia breve; non si sa quanto sia breve questo passo, ma di certo, l’uovo è sempre portatore di un inizio.
Oltre la pittura, l’uovo può essere metafora di un concetto dell’abitare. Un contenitore della procreazione (artistica e umana)e di eventi in divenire.
Così è per l’Ovosapiens in ceramica di Paolo #Demo, designer, artista e architetto (prima di tutto architetto).
Uovo come spazio abitativo, “scatola di un altro mondo, che si può toccare solamente dopo averne compreso il meccanismo della geometria esterna, il peso, le forme, le dimensioni e l’orientamento”.
E così il contenuto non sarà più una sorpresa, perchè dall’essere stesso dell’uovo nella sua totalità (formale e simbolica) scaturisce la meraviglia.
Dunque, meravigliatevi.
#aboutart #eggs #art #happyeaster”
15 Aprile 2017