Vi racconto il backstage di Zen, progettato per Ecozema®, tra ricerca e disegni, prototipi e nuove forme dell’usabilità.
Perchè un tablet da catering ed happy hour?
Nel 2012 sono stato invitato a partecipare a Schio Design Festival 2012, supportato da MC Works di Carlo Cappellotto e dal designer Francesco Orrico.
La prima cosa che mi è stata chiesta da Armido Marana, AD di Ecozema, azienda che mi è stata assegnata dall’organizzazione dell’evento, è stata di progettare un tablet per pranzare durante gli eventi in piedi, quindi in occasione di matrimoni, aperitivi di lavoro, convegni, feste private, meeting di ogni genere e in cui la presenza del nostro tablet avrebbe potuto facilitare le operazioni di servizio da parte del catering, oltre a facilitare ovviamente la portabilità e la maneggevolezza di bicchieri, stoviglieria compostabile, posate e altro, al fine di offrire un servizio completo dall’aperitivo al dolce e consentire a una mano di rimanere sempre libera. Sia per la presa necessaria al self-service di ogni partecipante, sia per la possibilità, direi qui necessità, di stringere la mano in occasioni dove si fa business, come meeting aziendali, eventi pr, convegni o altro.
L’idea di progetto: analisi costi e mercato di riferimento, disegno e prime verifiche di fattibilità.
Ho iniziato quindi con una ricerca sui prodotti tipo che finora erano stati immessi sul mercato.
Prodotti evidentemente con poca fortuna, per via di alcuni fattori sfavorevoli:
1- materiali inadatti al riciclo o al riuso,
2- criticità di gestione della pulizia e del riuso,
3- alti costi di manodopera e/o avvio prima produzione (prototipi, madreforme, stampi, gestione della filiera produttiva, primo magazzino),
4- costo finale di vendita decisamente alto per l’acquirente catering e/o ristorante, organizzazioni eventi,
5- peso elevato del prodotto finito (pesante/alta resistenza Vs leggero/scarsa resistenza,
6- nessun impegno progettuale serio a monte, al fine di elaborare una forma che potesse rioslvere tutte le questioni elenzate poc’anzi.
Quindi il terreno per me era pressoché libero ed avrei avuto un vantaggio reale:
Ecozema lavora da anni nella ricerca di prodotto di stoviglieria compostabile ed ecocompatibile e non solo. La presenza delle lavorazioni di materiali come il mater-b, le plastiche biodegradabili, carta e cartone di riciclo e una dirigenza colta ed attenta all’usabilità, ha portato negli anni l’azienda a considerare il progetto come elemento cardine dello sviluppo di ogni prodotto.
Ricerca e confronto virtuoso quindi, sono stati i primi valori di un processo iniziato disegnando le prime forme e realizzando i primi modelli formali in argilla del futuro Zen (materiale a me congeniale per trasferire e toccare dal vivo i miei concept su carta) da sottoporre a discussioni e valutazioni con Ecozema.
Di seguito una serie di disegni in cui ho riassunto in progressione temporale i principali ragionamenti sul progetto:
Primi prototipi e Schio Design Festival 2012!
Siamo così giunti a Novembre 2012, dopo ben sette mesi iniziali di ricerca e sperimentazione su modelli formali e funzionali, presentando a Schio Design Festival 2012 il primo prototipo in stampa 3D del nostro Zen.
Un lavoro che ci ha impegnati per mesi nello sviluppo di modelli 3D, ricercando il soddisfacimento delle condizioni di usabilità con una sola mano, da questioni quali la presa del tablet fino alla ricerca della posizione giusta in appoggio al corpo dell’utente, prendendo in considerazione anche i movimenti tipici e i possibili ostacoli con i quali tutti noi entriamo in contatto quando ci muoviamo durante i catering, servendoci autonomamente e trasportando cibo con piatti e bicchieri.
Inoltre sono stati studiati costi, peso, rigidezza ed ecocompatibilità del materiale scelto, cartone riciclato quindi, andando a sviluppare delle curve continue per tutto il corpo del vassoio, creando quindi quella situazione di continuità strutturale che dona rigidezza e compattezza anche ad un materiale leggero e facilmente deformabile come il foglio del cartone (pensate per esempio ai contenitori in cartone delle uova, se fossero stesi si deformerebbero facilmente, è la forma che dona rigidezza al tutto).
Abbiamo così allestito un tavolo al centro della sala principale in Fabbrica Saccardo a Schio, sede di SDF 2012, appoggiando su una distesa di pezze d’erba naturale i prodotti di Ecozema e i prototipi di Zen, oltre ad un video del progetto, come richiamo all’attenzione per la ricerca e per l’impegno che designer e azienda si sarebbero presi, per portare avanti il lavoro di progettazione e sviluppo e, per ottimizzare, sotto tutti gli aspetti progettuali e tecnici ciò che sarebbe diventato, un anno più tardi, il tablet definitivo.
Ecco qui un video dell’allestimento girato dal videomaker Alberto Ferretto nel Novembre 2012
Lo Zen e l’arte di rimettersi al lavoro…
Dal Novembre 2012 sono serviti altri mesi di lavoro insieme ad Ecozema per portare a registro altre necessità e questioni progettuali derivanti dalla messa in discussione di alcuni dettagli che ci apparivano a tutti ancora nebulosi, come ad esempio il settore del tablet dedicato ai bicchieri.
Abbiamo così modificato il vano bicchieri precedente chiuso sul fondo, arricchendolo di un sezionamento laterale che permettesse anche l’inserimento dei bicchieri in vetro, dai flûtes ai calici e via dicendo.
Altre modifiche hanno riguardato la riduzione dello spessore del cartone riciclato per un miglioramento del ciclo di stampaggio, portando così anche il sistema produttivo ad un’ottimizzazione della qualità del prodotto stesso e dei costi complessivi di produzione.
Perché Zen?
Perché da sempre mi diverto a dare il nome ai miei progetti e oggetti e questa collaborazione con Ecozema si meritava di avere il proprio marchio nel cuore del prodotto: Z come eco-Zema, Zen perché rimanda l’immaginario collettivo al giardino zen, ai suoi disegni tracciati dai solchi di un segno meditato sulla terra. Come nelle pieghe di irrigidimento del vano principale ad esempio, un felice sposalizio tra disegno e carattere tecnico.Così come le curve di Zen richiamano sia un disegno del nostro immaginario emotivo quanto il principio di continuità strutturale tipico della progettazione antisismica, questo oggetto si presenta al pubblico come iconico e ironico allo stesso tempo. Quell’ironia che da sempre mi fa stare felicemente a cavallo tra il piacere della ricerca e l’amore incondizionato per lo studio della forma.
E questo grazie allo strumento dell’immaginazione che più si addice a dare una forma al pensiero stesso: il disegno.
Ecozema website: https://ecozema.com/